Il progetto Sport&Oltre affronta e approfondisce una serie di temi legati allo sport e mette a disposizione di allenatori, dirigenti, animatori, studenti universitari e insegnanti under 35 una serie di materiali per rafforzare conoscenze, competenze – comprese quelle manageriali/amministrative e di ricerca di finanziamenti – e soft skills.

Allenarsi ad allenare

L’allenatore, o istruttore, è prima di tutto un educatore. Solo un buon educatore può trasmettere quei principi e obiettivi legati allo sport ai giovani atleti. L’allenamento è un processo pedagogico che si sviluppa attraverso una serie di apprendimenti che partono dal semplice per arrivare al complesso. L’obiettivo dell’allenamento è il miglioramento delle varie sfere dell’individuo: biologico, sociale, psicologico, cognitivo. Per questo motivo è fondamentale per gli allenatori conoscere le varie fasi della crescita dell’essere umano, caratterizzata da continue modificazioni fisiche, emotive, psichiche, cognitive e che possono influenzare la performance del giovane. È importante tener conto delle capacità individuali, delle esperienze passate, dei ritmi di apprendimento di ciascun atleta, per cercare di garantire ad ognuno esperienze di successo. L’allenatore dovrebbe inoltre fornire incoraggiamento e supporto e precise informazioni sulla prestazione.


Finanziamenti e opportunità

Lo sport abbraccia e individua molteplici livelli di intervento, a partire dalla scala locale fino a quella europea, andando a sostenere priorità programmatiche più ampie: dall’istruzione all’inclusione sociale, dall’attrattiva turistica all’innovazione, dalla sostenibilità all’economia lo sport è un motore di opportunità e di occasioni di crescita per le persone e per i territori.

Per queste ragioni progettare in ambito sportivo significa agire non solo sulla salute e il benessere delle persone, ma più ampiamente e in modo duraturo sulla rigenerazione, la crescita e lo sviluppo di un territorio.

Life skills

Le life skills sono le competenze che si sviluppano e che portano a comportamenti positivi e di adattamento, rendendo l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni, indipendentemente dal contesto in cui ci trova. Le life skills, o competenze per la vita, consistono nel superamento degli ostacoli , sono capacità di vivere al meglio delle proprie possibilità. “Le life skills – come spiega Anna Zumaglini, docente di educazione fisica e delegata del CONI per la Provincia di Biella – riguardano l’area emotiva, quella relazionale e cognitiva. Risulta fondamentale per insegnanti, istruttori e allenatori avere un quadro chiaro del concetto di life skills, in modo tale da favorirne uno sviluppo nei ragazzi, proponendo loro attività e giochi affinché le acquisiscano e implementino”.

Sport come diritto

La Carta Internazionale per l’Educazione Fisica, l’Attività Fisica e lo Sport, adottata dall’UNESCO nel 1978 e aggiornata nel 2015, stabilisce che l’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport sono diritti fondamentali per tutte e tutti e che queste attività possono avere ampie e diversificate ricadute e benefici non solo per i singoli individui, ma anche per le comunità e per la società in generale. In particolare, il documento dichiara che: “l’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport possono supportare le potenzialità e il benessere sociale attraverso la creazione e il rafforzamento di legami con la comunità e relazioni con la famiglia, amici e pari, creando un senso di appartenenza e di accettazione, sviluppando attitudini e comportamenti sociali positivi, e unendo le persone con contesti di provenienza culturale, sociale ed economica diversi nel perseguimento di obiettivi e interessi condivisi” .

La Commissione europea ha espresso più volte il potenziale della pratica sportiva per contrastare i fenomeni di disagio sociale, promuovendo sia la coesione sociale sia la qualità della vita degli individui (Commissione europea, 2011). Questa presa di posizione ha comportato uno sviluppo della tematica come strumento di inclusione e benessere sociale sia nella programmazione strategica europea sia in quella nazionale, che si è espressa nell’articolazione di propri strumenti implementativi e con la pubblicazione di numerose misure, promuovendo salute, benessere e inclusione sociale.

Anche a livello nazionale, diverse iniziative, come quelle promosse del Dipartimento per le Politiche Giovanili, sostengono la realizzazione di attività sportive inclusive, consentendo l’accesso allo sport di un ampio gruppo di giovani e promuovendone il valore sociale.

Sport &… Attività fisica

Qualunque attività fisica è meglio che non fare niente: possono bastare anche solo 10 minuti di attività al giorno per poi incrementare fino a raggiungere gli standard consigliati. Si potrebbero riassumere così le Linee guida e le indicazioni sull’attività fisica pubblicate nel 2019 dal UK Chief Medical Officers che, a partire dal 2011, ha coinvolto un gruppo di ricercatori per verificare, sulla base di evidenze scientifiche a livello mondiale, il rapporto esistente tra attività fisica e benefici per la salute. Le Linee guida sono suddivise per fasce di età (a partire dalla fascia 0-5 fino agli over 65 anni) e indicando impegno, durata, frequenza e tipo di attività richiesta per ottenere benefici per la salute.

Da uno studio promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2020 emerge come l’Italia, sia a livello europeo sia mondiale, abbia un livello estremamente basso di adolescenti che seguono corretti stili di vita in grado di promuovere una quantità sufficiente di attività fisica. Oltre al dato generazionale, è preoccupante la componente di genere: le ragazze praticano sport ancor meno dei loro coetanei maschi.

Sport &… psicologia

Che cosa porta una persona, soprattutto in giovane età, a scegliere uno sport anziché un altro? La motivazione ha un ruolo centrale nella scelta di una determinata disciplina sportiva e, conseguentemente, nella sua prosecuzione. Gli studi di psicologia dello sport dimostrano come la motivazione alla scelta sia influenzata da diversi fattori socioculturali e soggettivi: riuscita e accrescimento del proprio status, forma fisica, spesa di energie, far parte di una squadra, rinforzi esterni, amicizia, divertimento, sviluppo e miglioramento sono alcune delle motivazioni più frequenti.

Un ruolo importante nella scelta è rivestito dall’autoefficacia, ovvero dalla fiducia e dal senso di competenza che un soggetto ha nelle proprie capacità nel momento in cui deve affrontare un compito. Un altro fattore rilevante è rappresentato dalle figure adulte che accompagnano il giovane alla scelta, in particolare genitori e allenatori che spesso sono causa di abbandono dell’attività sportiva. Quando le motivazioni vengono a mancare, infatti, si parla di droput sportivo, ovvero abbandono precoce di una disciplina sportiva prima che il giovane atleta abbia potuto esprimere il suo potenziale.

Lo sviluppo delle capacità motorie

L’apprendimento motorio, che avviene fin dalla nascita del bambino, è legato allo sviluppo delle capacità motorie e a quello degli schemi motori fino ad arrivare a sviluppare vere e proprie capacità coordinative.

Gli schemi motori aiutano il bambino a un apprendimento motorio specifico. Ogni operatore sportivo, soprattutto se lavora a contatto con i più piccoli, deve tenere presenti le diverse fasi dello sviluppo degli schemi posturali e degli schemi motori di base. È necessario lavorare innanzitutto sulla programmazione degli obiettivi educativi e didattici – sottolinea Rosalba Fecchio, insegnante di Educazione fisica e delegata del CONI per la provincia di Novara – Tra gli obiettivi: compensare la mancanza di movimento, sviluppare gli schemi motori di base, sviluppare le capacità motorie di base, favorire la socializzazione e il rispetto delle regole e degli altri e porre i bambini di fronte a problemi da risolvere”.

Al centro della formazione sportiva e motoria in tutta la prima età scolare si deve porre l’accento sull’ampliamento del patrimonio dei movimenti e sullo sviluppo della coordinazione motoria: “Questi movimenti sono relativamente facili – sottolinea Rosalba Fecchio – ma è necessario che siano eseguiti in modo corretto fin da subito così da poter essere una buona base di partenza. La sfida da porsi in età evolutiva è quella di creare una base motoria per i successivi apprendimenti (per esempio sport-specifici) e creare i presupposti della formazione sportiva a lungo termine”. Quest’ultimo punto è legato strettamente a quella che è la specializzazione precoce in uno sport specifico: una specializzazione precoce sport-specifica potrebbe causare, in futuro, l’abbandono della pratica sportiva (dropout).

A seguito dell’apprendimento degli schemi motori di base c’è l’apprendimento delle abilità e delle capacità motorie (intorno ai 7/8 anni) che hanno un importante ruolo nella pratica sportiva dei bambini e sono l’espressione dell’attività percettiva degli organi di senso della

percezione: equilibrio, capacità di ritmizzazione, di reazione, di differenziazione, dii trasformazione, di orientamento spazio-temporale e di combinazione dei movimenti.

“Se da bambini diamo i presupposti per conoscere il proprio corpo avremo atleti attrezzati”, conclude Rosalba Fecchio.

La psicologia nei giovani sportivi

Quali sono le caratteristiche di un buon tecnico sportivo? Essere competente dal punto di vista pratico? Avere una buona gestione delle proprie emozioni e una solida preparazione psicologica? A queste domande ci ha aiutato a trovare risposta il dott. Riccardo Parrini, psicologo clinico e dello sport, che individua due tipi di tecnico sportivo: il tecnico auto-riferito che considera l’atleta come pedina da muovere e il tecnico etero-riferito che, conoscendo il mondo dell’altro, bambino o ragazzo, individua gli stimoli più opportuni per la sua crescita. “Tra le competenze che ritengo più importanti per un tecnico moderno – sottolinea Parrini – ci sono la vision, cioè la capacità di individuare gli obiettivi di crescita nel tempo; la consapevolezza del proprio comportamento e la comunicazione, che parte da un reale interesse nel capire chi si ha di fronte”. Oltre a queste, Parrini individua altre due competenze: le strategie, che riguardano l’utilizzo dei feedback per correggere, stimolare, coinvolgere il ragazzo senza giudicarlo, utilizzando anche l’errore come un importante momento del processo di crescita; il raggiungimento degli obiettivi che, secondo lo psicologo, si possono riassumere in quattro pilastri: “allenare il desiderio dell’atleta in ogni allenamento, in modo tale da far emergere il talento; condividere il valore sacro di ciò che si fa; cogliere le diverse possibilità in ogni cosa, celebrare i successi (non solo quelli legati al risultato)”.

Se sostenuto da un tecnico che abbia davvero a cuore il suo sviluppo psicofisico e non soltanto il risultato della prestazione, il giovane può trovare nell’allenamento un’occasione per ampliare la conoscenza di sé e del proprio funzionamento, fisico ed emotivo.

Sport &… alimentazione

“L’attività fisica e una corretta alimentazione sono un binomio vincente per un corretto stile di vita finalizzato al benessere della persona”. Così la dott.ssa Monica Binello, biologa nutrizionista, ha aperto la sua riflessione su sport e alimentazione in occasione del seminario di Sport&Oltre organizzato da UniAstiss rivolto agli studenti del corso di laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive.

“Al contrario – ha proseguito la dott.ssa Binello – la sedentarietà insieme alle abitudini alimentari scorrette portano a una perdita del tono muscolare e a una perdita della funzionalità di organi e apparati con un aumento del rischio di insorgenza di quelle che sono conosciute come le “patologie del benessere”, quali diabete, dislipidemie e aterosclerosi, sovrappeso e obesità, ipertensione e cardiopatie, sindrome metabolica, artrosi, osteoporosi e alcune neoplasie”. Sono ormai numerose le evidenze sui benefici indotti da uno stile di vita attivo anche in relazione al miglioramento di disturbi psico-comportamentali nelle manifestazioni depressive e ansiose e all’attenzione verso i comportamenti a rischio come il tabagismo, l’alcolismo e l’abuso di farmaci.

“Per quanto riguarda il rapporto tra sport e nutrizione – ha sottolineato Monica Binello – ogni sport ha la sua alimentazione, così come ogni persona ha il suo sport e ogni persona ha una propria alimentazione”. Studi ormai classici, come quelli di Sheldon (1940), hanno classificato i biotipi costituzionali in modo da correlare le caratteristiche delle diverse tipologie costituzionali agli sport più adatti e di conseguenza al fabbisogno nutrizionale specifico. L’alimentazione funzionale si basa proprio sullo studio dettagliato del soggetto allo scopo di trovare per esso la soluzione alimentare personalizzata più corretta. “Se ogni individuo e ogni sport necessitano di una determinata alimentazione che deve essere personalizzata per poter massimizzare le prestazioni – sostiene la dott.ssa Binello – in ogni attività sportiva esistono regole alimentari comuni: creare le riserve attraverso un’alimentazione equilibrata e costante nel tempo che fornisca macronutrienti e micronutrienti, programmare i pasti giornalieri in base agli orari di allenamento e di gara considerando i tempi di digestione dei nutrienti, reintegrare le perdite in modo naturale dopo lo sforzo”.

Sport & performance cognitiva

Come ormai ampiamente noto e dimostrato, l’attività fisica svolge un’importante funzione a contrasto dell’invecchiamento, rallentando il processo degenerativo dell’organismo e migliorando, o meglio, rendendo stabili quei parametri soggetti all’invecchiamento come la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e le funzioni cardio-vascolari. Lo sport, se praticato con regolarità e senza eccessi, unito a un’adeguata alimentazione, rallenta il deterioramento dei parametri di forza, mantiene in salute l’apparato locomotore, favorisce i contatti sociali e, in generale, contribuisce al benessere generale.

Attraverso una serie di attività e di esercizi che mirano alla salute cardiovascolare, al mantenimento della forza muscolare, della flessibilità, della postura e dell’equilibrio e all’efficienza delle funzioni mentali, le Linee Guida dell’ACSM, American College of Sports Medicine, si pongono come obiettivo quello di mantenere le ADL (Activities of Daily Living-Attività di Vita Quotidiana), ovvero tutte quelle attività che l’individuo necessita di compiere in autonomia per la propria cura personale (lavarsi, vestirsi, spostarsi, farsi da mangiare, ecc.). L’esercizio fisico, dunque, è in grado di ridurre gli effetti fisiologici, morfologici e funzionali conseguenti all’invecchiamento, con un aumento dell’aspettativa di vita e, in particolare, una vita in salute e non in malattia. La letteratura scientifica, inoltre, dà chiare indicazioni sugli effetti positivi dell’attività motoria anche sulla sfera cognitiva. L’esercizio fisico, soprattutto se regolare nel tempo, genera vantaggi al corpo umano anche in termini di attivazione cerebrale, tanto che sono state avanzate ipotesi riguardanti la relazione tra l’esercizio fisico e l’aumento della capacità di apprendere e di memorizzare.

Sport &… attività fisica adattata

I dati demografici descrivono la società occidentale come caratterizzata da una accresciuta aspettativa di vita rispetto al passato (e ad altri contesti), da una drastica riduzione delle nascite e dall’incremento continuo della popolazione anziana, soprattutto degli ultraottantacinquenni. La popolazione anziana presenta sempre di più tratti patologici legati all’aumento dell’età media che sfociano talvolta in disabilità, per cui si rende necessaria, in molti casi, l’assistenza sanitaria. Per raggiungere un invecchiamento definito “di successo” risulta dunque necessario condurre un buono stile di vita: lo sport, l’attività fisica, il movimento e l’alimentazione svolgono in questo senso un ruolo fondamentale. Le campagne di prevenzione e di educazione alla salute lanciate ogni anno dal WHO, World Health Organization, e dai ministeri della salute nazionali, oltre a informare, promuovere e guidare la popolazione a condurre un corretto stile di vita, sottolineano il ruolo sempre più centrale dell’attività motoria.

Per rispondere in modo mirato alla fascia di popolazione più anziana, sono stati creati degli specifici programmi di esercizio fisico, non sanitari, appositamente creati per tutti quei soggetti affetti da patologie e/o disabilità e che si pongono come obiettivi la modificazione dello stile di vita con un miglioramento della qualità della vita e la prevenzione secondaria e terziaria della disabilità. Questi programmi, definiti di “Attività Fisica Adattata” (AFA), non sono soltanto rivolti alla popolazione anziana, ma a tutti quei soggetti che presentano condizioni di patologia e/o disabilità che necessitano di esercizi adattati alle loro particolari condizioni. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esercizio fisico strutturato, protratto nel tempo e adattato appositamente a soggetti con disabilità abbia effetti positivi in termini di mantenimento del funzionamento motorio; anche i programmi AFA per anziani, che prevedono esercizi di forza, equilibrio, mobilità articolare e cammino, hanno evidenziato il mantenimento di una buona prestazione motoria e cardiorespiratoria nei soggetti esaminati.

Sport &… musica

La relazione tra l’esercizio e la salute del cuore è talmente profonda che molte soluzioni innovative sono state progettate e sviluppate per aiutare le persone a mantenere uno stile di vita sano. Molti dispositivi, tra cui moderne attrezzature per l’attività fisica e accessori per la corsa, sono dotati di ricevitori integrati in grado di monitorare costantemente l’attività cardiaca rilevata da sensori posti in diverse parti del corpo. Diversi studi dimostrano come, per i corridori esperti, il valore di frequenza cardiaca viene mantenuto stabile attraverso l’applicazione di stimoli uditivi esterni, ad esempio tramite l’ascolto di opportune tracce musicali. Grazie ai diversi benefici che la musica introduce nelle attività vitali – la qualità del sonno, l’attività cerebrale e la coordinazione motoria – essa rappresenta un elemento costante e diffuso durante le sessioni di allenamento di molte persone di tutte le età. La musica, la fisiologia umana e l’esercizio fisico possono essere dunque utilizzati in maniera sinergica per creare uno strumento in grado di migliorare la qualità e l’esperienza di un individuo che desidera praticare un allenamento sportivo in modo piacevole, ma anche efficace. MusiKoach è una app ideata da Area 3 e sviluppata dalla Fondazione Links, partner del progetto Sport&Oltre, che utilizza la musica non soltanto come accompagnamento per l’attività fisica, ma come una vera e propria guida per raggiungere gli obiettivi dell’allenamento. “MusiKoach – sostiene Sergio Micalizzi, ingegnere di Fondazione Links specializzato in progettazione e sviluppo di sistemi di consulenza musicale – armonizza la musica con il passo e con la frequenza cardiaca dello sportivo. Utilizzando la propria musica preferita si ottiene inoltre un impatto positivo dal punto di vista psico-motivazionale”. Il sistema si presenta come un’app per dispositivi mobili, direttamente interfacciabile con rilevatori di frequenza cardiaca (fasce cardiache, braccialetti da polso) e con contapassi smart, in grado di fornire dei feedback in tempo reale relativi, rispettivamente, alla frequenza cardiaca e alla cadenza. Grazie a queste informazioni, MusiKoach è in grado di selezionare in maniera ottimale e automatica la corretta traccia musicale da riprodurre, tra le possibili scelte all’interno della playlist personale.

Sport &… nutrizione

“Per quanto riguarda il rapporto tra sport e nutrizione – spiega la dott.ssa Monica Binello, biologa nutrizionista – ogni sport ha la sua alimentazione, così come ogni persona ha il suo sport e ogni persona ha una propria alimentazione”. Studi ormai classici, come quelli di Sheldon (1940), hanno classificato i biotipi costituzionali in modo da correlare le caratteristiche delle diverse tipologie costituzionali agli sport più adatti e di conseguenza al fabbisogno nutrizionale specifico. L’alimentazione funzionale si basa proprio sullo studio dettagliato del soggetto allo scopo di trovare per esso la soluzione alimentare personalizzata più corretta. “Se ogni individuo e ogni sport necessitano di una determinata alimentazione che deve essere personalizzata per poter massimizzare le prestazioni – sostiene la dott.ssa Binello – in ogni attività sportiva esistono regole alimentari comuni: creare le riserve attraverso un’alimentazione equilibrata e costante nel tempo che fornisca macronutrienti e micronutrienti, programmare i pasti giornalieri in base agli orari di allenamento e di gara considerando i tempi di digestione dei nutrienti, reintegrare le perdite in modo naturale dopo lo sforzo”.